Santa Maria di Leuca e Ponte Ciolo

La Marina di Leuca si trova all’estremo lembo del tacco d’Italia, tra Punta Meliso e Punta Ristola. Santa Maria di Leuca ha una precisa origine del proprio nome. “Leuca” venne attribuito dagli antichi marinai greci che provenivano dall’oriente, perché vedevano questo posto illuminato dal sole e perciò leukos, che significa bianco. Il resto del nome trae origine secondo la tradizione dallo sbarco di S. Pietro dalla Palestina: da numerose testimonianze è emerso che proprio qui abbia incominciato il suo processo di evangelizzazione, cambiando anche il nome della cittadina e dedicandola alla Vergine. Il nome con cui spesso viene anche associata, “De finibus terrae”, nasce invece dai Romani.

Una scalinata di 184 gradini collega il Santuario di Santa Maria di Leuca (situato in posizione prominente sulla costa e da cui godere di bellissimi panorami) al sottostante porto facendo da cornice all’Acquedotto Pugliese che sfocia in mare. Lungo la scalinata una grande cascata d’acqua celebra proprio l’Acquedotto. La sua costruzione fu intrapresa nel 1906 ma, con lo scoppio della prima guerra mondiale, i lavoro dovettero fermarsi, così i cantieri si riaprirono diversi anni dopo e si giunse a Leuca soltanto nel 1939.. La Cascata monumentale dell’Acquedotto è lunga 120 metri e porta mille litri al secondo verso il mare. È stata eccezionalmente attivata diverse volte negli ultimi sessant’anni. Solitamente, però, resta chiusa, in favore di una cascata molto più piccola che è una sorta di fontana alla base della struttura, un “richiamo” dell’originale. La colonna dal capitello corinzio fu eretta nel 1694 ed indica il luogo in cui Pietro avrebbe cominciato la sua evangelizzazione dell’Europa, mentre una croce in pietra ricorda il pellegrinaggio giubilare del 1900. Il Santuario, pur essendo la versione attuale di base settecentesca, è stato in precedenza più volte distrutto dai turchi nei secoli precedenti e secondo la tradizione la versione originale era molto antica tanto da essere consacrata per la prima volta da Pietro in persona.

Visitare Leuca significa ripercorrere una lunga storia, fatta di insediamenti rupestri, grotte, cripte, chiese, castelli, ulivi secolari, insenature nascoste in un mare azzurro come pochi.
E infatti dal porto di Leuca pescatori e turisti partono verso le grottedei Giganti, del Presepio, del Diavolo e del Drago, già insediamenti neolitici, che oggi rappresentano una grande attrattiva che l’industria turistica locale valorizza con visite in barca ed escursioni subacquee.
Fra queste, la grotta del Diavolo che prende il suo nome dalle superstizioni popolari che la volevano abitata da demoni cui attribuivano i potenti e lugubri rimbombi udibili nella grotta, mentre la Porcinara, scavata in tre ambienti, riporta incisioni parietali dedicate a Giove o alla Dea della Fortuna, mentre la Grotta del Presepe deve il suo nome alle formazioni di stalattiti che ricordano le forme della Natività.

Il PONTE CIOLO è teatro ogni anno di tuffi, o meglio, di atti di coraggio, che giovani e non, cercano di emulare fra lo stupore generale.

Situato a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca, il Ciolo è una località marina facilmente raggiungibile seguendo la litoranea adriatica, nel tratto che unisce la marina di Novaglie a Leuca.

Il particolare nome è dovuto al termine dialettale ‘Ciola’, che significa gazza ladra, volatile tipico del Salento e che ama nidificare proprio lungo la scogliera del luogo. Il ponte che caratterizza questo tratto di costa, chiamato appunto Ponte Ciolo, sovrasta la scogliera unendo due strapiombi che creano una profonda gravina.

Si tratta di un’opera importante di ingegneria, che permette di godere di un panorama fantastico: le scogliere alte e selvagge, la macchia mediterranea che fa da cornice, il mare che si distende infinito.. percorrendo in auto la litoranea è impossibile resistere alla tentazione di fermarsi e ammirare quanto la natura abbia regalato al luogo. E poi ci sono i tuffi, tanto spettacolari quanto pericolosi, ma sicuramente un’attrattiva in più per chi si ferma ad ammirare.

Per farsi un’idea di quello che possa essere lo spettacolo dei coraggiosi tuffatori del Ponte Ciolo, è sufficiente cercare in rete i tanti filmati girati dai turisti e curiosi che puntualmente assistono a queste imprese, all’insegna del più comune ed utilizzato dei commenti: “ma questo è pazzo!”

Naturalmente i voli adrenalinici non sono le uniche attrattive del posto. Presso uno dei due lati del ponte si trova una scalinata, che permette la discesa fino al mare, e precisamente fino ad un’insenatura molto suggestiva, creata nel tempo dall’incessabile e costante azione del vento e del mare.

Qui, da una spiaggetta ciottolosa, è possibile immergersi nelle acque del Ciolo, vivendo un’esperienza difficilmente dimenticabile: l’acqua limpida, il fondale ricco e roccioso, il panorama circostante, e infine la grande grotta del Ciolo, talmente suggestiva da essere definita “una meraviglia degna della penna di un poeta”, grazie alla sua particolare forma e il colore delle sue acque.